In questo articolo parleremo del capo d’abbigliamento più usato al mondo da uomini e donne, i pantaloni.
Rispolvereremo insieme un pò di storia per capire le origini di questo indumento e la sua evoluzione nel mondo della moda e nella società.
Infine parleremo di un modello particolare di pantaloni, il modello a campana, anche detto a zampa d’elefante.
Cosa sono i pantaloni?
I pantaloni sono l’indumento più diffuso al mondo sia fra gli uomini che le donne.
Questo capo d’abbigliamento è nato per proteggere le gambe da pioggia, freddo, vento e sole, ma anche dalle aggressioni di uomini o animali.
Inoltre fin dai tempi più antichi i pantaloni venivano indossati dagli uomini per lavorare ed andare a cavallo.
Donna in pantaloni. Tabù fino agli anni ’50
Ormai siamo abituate a vedere donne di tutte le età indossare i pantaloni, ma fino agli anni ’50 alle donne non era consentito portare i pantaloni per motivi etici, morali, e religiosi.
La prima donna che decise di portare abiti maschili e tagliarsi i capelli corti fu l’eroina francese Giovanna d’Arco. Questa donna viaggiava e partecipava alle campagne militari, quindi aveva necessariamente bisogno di indossare indumenti comodi, pratici, sicuri, e soprattutto adatti alle attività che svolgeva.
L’atteggiamento anticonformista di questa donna fu considerato eretico dalla Chiesa, tanto che Giovanna d’Arco nel 1431 fu addirittura condannata al rogo perché portava i pantaloni come i soldati al fronte.
Solo dopo almeno 400 anni dalla morte della martire Giovanna D’Arco, cioè verso la fine dell’ 1800, le donne ogni tanto ad indossavano i pantaloni per andare in bicicletta. E ancora per la mentalità dell’epoca non era una cosa per niente normale.
Non erano ben viste nemmeno le donne che dovevano portare i pantaloni per praticità perché costrette a fare lavori manuali o pesanti al posto dei propri mariti che erano al fronte. Vale lo stesso anche per le donne che lavoravano in fabbrica o nei campi.
Donne con i pantaloni. Come è stato superato il tabù.
Negli anni ’20 la stilista Coco Chanel fu la prima donna ad indossare i pantaloni e anche a lanciarli in contesti che non fossero lavorativi o pesanti.
Coco Chanel cominciò ad indossare dei pantaloni da marinaio per andare in spiaggia con un turbante, collane e occhiali da sole. E da allora le donne presero l’abitudine di usare i pantaloni per stare in casa o andare al mare, ma mai per strada.
Per vedere abitualmente le donne portare i pantaloni in ogni contesto ci è voluto parecchio.
Infatti solo dopo fine della seconda guerra mondiale, negli anni ’50, le donne potevano indossare i pantaloni quotidianamente senza infrangere alcun tabù.
Dopo la seconda guerra mondiale il mondo cambiò in modo radicale.
I pantaloni da donna dagli anni ’50 ad oggi
I pantaloni negli anni ’50 rappresenteranno una forma di protesta alla mentalità dell’epoca precedente. Indossare pantaloni attillati infatti era un simbolo dei ragazzi anticonformisti e ribelli.
Anche le ragazze indossavano i pantaloni negli anni ’50, sempre stretti in vita ed a pinocchietto, e addirittura i calzoncini.
Negli anni ’60 ormai era abituale che le donne portassero i pantaloni.
Yves Saint Laurent fu il primo stilista che lanciò un completo giacca e pantalone al posto del classico tailleur da donna fatto do giacca e gonna.Negli anni ’80 la donna con i pantaloni era il simbolo della donna in carriera e indipendente.
Giorgio Armani amava far sfilare modelle che rappresentassero l’immagine della donna con i pantaloni sicura di sé ed emancipata.
Tra gli anni ’70 e ’80 altri grandi stilisti come Balenciaga, Gucci, Versace e tanti altri hanno diffuso ampiamente l’immagine della donna con i pantaloni.
I pantaloni a zampa d’elefante
Gli hippy e i pantaloni scampanati
I pantaloni a zampa d’elefante negli anni ’60 erano diffusi soprattutto fra i giovani grazie al movimento hippy.
Il movimento hippy, nato negli USA come ribellione alla cultura di massa e al consumismo, era formato da un esercito di giovani pacifisti, stravaganti, ribelli, che amavano la musica l’amore, la pace e la vita.
I jeans a campana li associamo sempre principalmente a questa immagine del giovane ribelle che fumava spinelli, con una bandana legata orizzontalmente sulla fronte, e i capelli lunghi.
Negli anni ’60 i pantaloni a zampa d’elefante erano a vita alta e stretti in vita, sul sedere e sulle cosce fino alle ginocchia, per poi allargarsi fino al piedi a forma di campana.